GRUPPO PACHINO 2°
PROGETTO EDUCATIVO 2006/2009

La Comunita' Capi del Gruppo Scout Pachino 2, essendo scaduto il precedente progetto educativo, dopo averne verificato gli obiettivi, ha stilato il nuovo Progetto Educativo, per gli anni scout (2005/06), 2006/2007, 2007/2008 e 2008/2009.

Le linee adottate per l'elaborazione dello stesso, sono quelle dettate dall'A.G.E.S.C.I., con l'aggiunta di alcune integrazioni:

•  Analisi della situazione interna ed esterna al gruppo;

•  Riferimento ai valori dello scoutismo e scelta delle aree di impegno educativo prioritario (obiettivi);

•  Programmi di branca;

•  Comunità Capi

•  Genitori

•  Verifica


1. ANALISI DELLA SITUAZIONE INTERNA
ED ESTERNA AL GRUPPO


1.a. ANALISI DELLA SITUAZIONE INTERNA AL GRUPPO

Il gruppo Scout Pachino 2°, fondato nella seconda metà degli anni ‘50, e' stato sempre punto di riferimento educativo.

Dalla sua nascita, la storia del gruppo e' stata ricca di momenti gloriosi, ma anche di ricadute, legate principalmente alla mancanza di disponibilità di tempo da parte dei capi.

L'analisi, della situazione interna al gruppo, nel presente progetto educativo, parte da una attenta elaborazione delle dinamiche relazionali presenti all'interno della Co.Ca.

La comunità ha infatti messo in evidenza che in effetti tutto ciò che accade all'interno delle branche e negli staff rappresenta il riflesso di ciò che avviene in Co.Ca.

Da un punto di vista quantitativo e qualitativo la Co. Ca ha sicuramente fatto registrare un passo in avanti con l'ingresso di nuovi elementi provenienti da realtà extrassociative, dal Clan e per ciò che riguarda l'iter formativo dei singoli capi.

Ciò ha però inevitabilmente comportato l'evidenziarsi di alcuni punti di debolezza dovuti al repentino ricambio di capi verificatosi nell'ultimo periodo. A tali debolezze (scarsa comunicazione esistente tra i singoli capi e gli staff che rimangono satelliti isolati, poca conoscenza reciproca, mancanza di collaborazione o ingerenza nelle competenze altrui, poca umiltà che ci spinge a rimanere sulle proprie posizioni e a non saper riconoscere i propri errori), che hanno fatto registrare un certo calo del senso di comunità, la Co.Ca. sta cercando di porre rimedio attraverso l'ultilizzo di strumenti idonei.

Attualmente, il gruppo risulta così suddiviso:

Branco L/C “Waingunga”

lupetti

n.

18

lupette

n.

17

Tot.

n.

35

Reparto “La Friscina”

esploratori

n.

20

guide

n.

21

Tot.

n.

41

Noviziato “Il Sentiero”

novizi

n.

2

novizie

n.

4

Tot.

n.

6

Clan/Fuoco “Il Faro”

rover

n.

13

scolte

n.

2

Tot.

n.

15

Co.Ca. “Angelo C.”

uomini

n.

16

donne

n.

7

Tot.

n.

23

Totali

maschi

n.

69

femmine

n.

51

Tot.

n.

120

 

La Co.Ca è attualmente così composta:

1

Assistente Eccl.

don Vincenzo Rametta

 

Assistente Ecclesiastico - Baloo

2

Vice Assistente

don Matteo Buggea

 

Vice Assistente Ecclesiastico

3

L/C

Rosario Ardilio

brev.

Akela

4

 

Giovannella Bonanno

brev.

Bagheera - Capo Gruppo

5

 

Maria Concetta Moncada

caex

Kaa

6

 

Letizia Rizza

caex

Mamma Lupa (Raksha)

7

 

Giuseppe Poidomani

tir.

Chil

8

 

Mariagrazia Intersimone

tir.

Fratel Bigio

9

E/G

Giuseppe Olindo

brev.

Capo Reparto

10

 

Sebastiana Spataro

brev.

Capo Reparto

11

 

Corrado Lupo

CFA E/G

Aiuto Capo Reparto

12

 

Corrado Campisi

CFM E/G

Aiuto Capo Reparto

13

 

Massimiliano Fidilio

CFM E/G

Aiuto Capo Reparto

14

 

Francesca Lupo

tir.

Aiuto Capo Reparto

15

 

Giuseppe Cavarra

caex

Aiuto Capo Reparto

16

R/S

Corrado Cammisuli

brev.

Capo Clan - Capo Gruppo

17

 

Maria Elena Scirè

CFM R/S

Capo Fuoco

18

 

Giuseppe Bongiovanni

CFM R/S

Aiuto Capo Clan

19

 

Giuseppe Bordieri

CFM R/S

Aiuto Capo Clan

20

 

Giovanna Spinello

tir.

Aiuto Capo Clan

21

Capi a disp.

Carlo Beninato

CFA interb.

Tesoriere gruppo

22

 

Salvatore Moncada

CFM R/S

Segretario gruppo

23

 

Corrado Tommasi

tir.

 

 

Rosario Ardilio è l'incaricato al Consiglio Pastorale Parrocchiale, Maria Concetta Moncada è incaricata alla Consulta Giovanile.

Inoltre Giuseppe Olindo è membro del Comitato della Zona Netina, Sebastiana Spataro e Corrado Cammisuli sono rispettivamente incaricati alla branca E/G e alla branca R/S per la Zona Netina.

Per quanto riguarda le branche si registra una grande richiesta di partecipazione da parte dei cittadini del territorio con conseguente “affollamento” di ragazzi.

Per quanto riguarda il Branco Waingunga il bilancio degli ultimi tre anni dopo la riapertura è sicuramente positivo. I lupetti sono motivati ed entusiasti. Mostrano di recepire positivamente il messaggio scout. La catechesi è svolta regolarmente con l'aiuto dei due assistenti ecclesiastici. La partecipazione alle attività è massiccia.

Attualmente il branco è composto da 5 sestiglie (bianchi, neri, grigi, rossi, pezzati) di 7 lupetti ciascuna.

Nell'ultimo anno si è cercato di coinvolgere sempre più le famiglie in maniera attiva con delle attività e delle uscite apposite per i genitori, che son stati invitati a discutere e a predisporre un “Patto Educativo” con i capi scout. Gli obiettivi del vecchio P.E. sono stati in linea di massima tutti raggiunti. Bisogna dedicare più spazio al Consiglio degli Anziani e alla Specialità che per mancanza di tempo sono state un po' trascurate. Il branco ha sempre partecipato attivamente alla vita della parrocchia, sia con l'animazione della Messa della Domenica mattina che con l'animazione degli eventi principali dell'anno liturgica (veglia di Natale, di Pasqua ecc.). Il branco ha inoltre sempre partecipato in maniera compatta agli eventi di gruppo e di zona dell'anno: Giornata del Pensiero, Caccia di Primavera, Piccole Ormine, Campo Invernale di Branca e di Gruppo, Vacanze di Branco.

Lo staff del branco lavora in armonia e collaborazione senza alcun problema.

Il reparto “la Friscina” è formato da ragazzi di buona estrazione sociale che, essendo inseriti in un ambiente consumistico, sono abituati ad avere sempre "tutto e subito", motivo per cui hanno difficoltà nel saper gestire in prima persona situazioni problematiche. Si tratta inoltre di ragazzi dalla buona spiritualità e dalle notevoli capacità di introspezione, consapevoli delle difficoltà che incontrano nel trasmettere i valori in cui credono.

In R/S .......

Si registra inoltre in genere, tra i ragazzi di tutte le branche, una certa omologazione rispetto ai valori distorti della società moderna. In particolare si registra il pericolo di una perdita di “competenze” specifiche, a causa della sempre più dilagante “automazione” delle attività umane (esempio il computer, internet, che fanno perdere la capacità di dialogare in modo “umano”, i videogiochi che fanno illudere e che danno competenze “virtuali”, perdita della manualità ecc.).

 

1.b. ANALISI DELLA SITUAZIONE ESTERNA AL GRUPPO E INTERAZIONI DEL GRUPPO CON IL TERRITORIO

Punti di debolezza

La realtà esterna al gruppo non si presenta tra le migliori. Tutti gli aspetti negativi sottolineati nel precedente P.E. sono confermati e spesso aggravati.

La situazione sociale e politica del Comune di Pachino non è migliorata rispetto a tre anni fa. Il di disagio è frutto della diffusione di una cultura quasi esclusivamente consumistica, e porta alle solite inevitabili conseguenze:

a) svalutazione della cultura contadina ed artigianale con conseguente perdita del patrimonio di conoscenze e tecniche del lavoro tradizionale;

b) mancanza di opportunità occupazionali che porta il giovane a vivere nella condizione di disoccupato e di mantenuto e che lo porta spesso a darsi alla droga, alla criminalità, al giuoco d'azzardo;

c) disinteresse da parte dei ragazzi per la vita politica e sociale della città; mancanza di una coscienza sociale e civile, mancanza di considerazione per il patrimonio comune e collettivo, storico, ambientale, culturale, sfiducia nei confronti dello stato e delle istituzioni;

d) classe politica immatura e litigiosa, dedita più alla ricerca dei vantaggi personali ed al mantenimento del potere che alla risoluzione dei problemi della collettività;

e) mancata integrazione sociale e politica degli extra-comunitari che vivono numerosi a Pachino;

f) in campo religioso si sottolinea una partecipazione superficiale agli eventi ecclesiali parrocchiali. La fede, inoltre, è vissuta più come un fatto formale ed occasionale o magico che come una scelta di vita;

 

Tutto questo porta a:

•  convivere con i fenomeni droga e criminalità e con tutte le loro conseguenze;

•  ricercare il divertimento fine a se stesso, essere schiavi del consumismo e della pubblicità;

•  allo scarso sviluppo dell'economia cittadina;

•  all'apatia ed all'indifferenza;

•  all'allungamento dell'eta' adolescenziale;

•  alla mancanza di fiducia in sé stessi, di responsabilità, di autonomia.

Punti di forza

L'aspetto più positivo del territorio è costituito sicuramente dalla nascita e dall'attività di diverse associazioni di volontariato.

Con tali associazioni il nostro gruppo ha instaurato importanti rapporti di collaborazione che hanno avuto un riscontro positivo nella nostra azione educativa, grazie soprattutto alla presenza in alcune di esse di alcuni capi scout o ex-capi.

In particolare si sono realizzate attività con l'Associazione “L'Albero della Vita”, comunità alloggio per il recupero di minori a rischio, con l' ”Agape” ed il suo centro diurno per i portatori di handicap e con i volontari del Progetto “Educare alla maniera di Don Milani”.

Altre associazioni attive nel territorio sono: la Casa Famiglia Giovanni XXIII, la Misericordia, che svolge un ruolo importantissimo nel trasporto dei malati con autoambulanza, l'ARCI, l'associazione INSIEME, per l'assistenza agli immigrati extra-comunitari.

Il gruppo è stato inoltre sempre presente con suoi rappresentanti nel Consiglio Pastorale Parrocchiale e cittadino, nella Consulta Giovanile, partecipando e collaborando attivamente.

L'impegno del gruppo nelle parrocchie Sacro Cuore e San Francesco e in minore misura nella nuova parrocchia dei SS Pietro e Paolo, è stato ed è fortemente attivo. Un ruolo importante viene infatti svolto nell'animazione della Santa Messa della Domenica mattina, frequentata quasi esclusivamente da ragazzi e bambini.

Anche in occasione dei vari momenti forti dell'anno (festa parrocchiale, Natale, Pasqua ecc.) il gruppo contribuisce attivamente alla organizzazione delle cerimonie e delle liturgie.

Per quanto riguarda i giovani si registra la volontà , nonostante .le carenze strutturali e il basso livello di considerazione da parte delle istituzioni locali, di emergere e cercare dei punti di riferimento positivi. Così i luoghi di aggregazione spontanea come la “piazzetta tre colli” o Marzamemi, additati da sempre come simboli della sfaccendatezza giovanile, negli ultimi anni sono divenuti anche luoghi d'incontro per adolescenti e giovani che, discutendo e scambiando opinioni, scoprono di avere degli interessi comuni e delle capacità che cercano di sfruttare nel migliore dei modi attraverso una progettualità concreta e reale come ad esempio nel caso della nascita di nuovi gruppi musicali “ locali o di gruppi sportivi.

Tali luoghi rappresentrano così un momento di disagio, non dei giovani, ma di tutta la collettività: adulti, amministrazioni e istituzioni che non sono in grado di creare degli spazi appositi per cercare di incanalare in maniera positiva 1' “energia” e l'estro dei giovani.

Altro punto di forza del gruppo nei confronti del territorio è stato l'impegno più specificamente in campo politico di alcuni capi. Indipendentemente dalla scelta politica, infatti, ciò ha fatto sì che la Co.Ca. (e, di riflesso tutto il gruppo) abbia preso coscienza di tutti i problemi legati al territorio. In seno al gruppo si è infatti dedicato molto spazio alla discussione sulla “scelta politica” dello scout. Il dibattito in Co.Ca. è poi sfociato nel documento sulla politica che fa parte integrante del progetto educativo (vedi più avanti).

 


2. RIFERIMENTO AI VALORI DELLO SCOUTISMO
E SCELTA DELLE AREE DI IMPEGNO EDUCATIVO PRIORITARIO
(OBIETTIVI)


Dalla presa di coscienza della realta' interna ed esterna al gruppo, i membri di questa Co.Ca., dopo lunghi ed approfonditi confronti hanno concordato di confermare come valore fondamentale da porre alla base dell'azione educativa quello della: COMUNIONE, affiancando ad esso quelli della COERENZA e della LEALTA'

•  il senso di appartenenza ad una comunità, ad un'unica famiglia e che ciò è possibile solo grazie al dono di Dio;

•  la condivisione

•  la conoscenza, fiducia e rispetto reciproci

•  la scelta di essere presenti il più possibile tutti insieme, come gruppo, nel territorio

•  la testimonianza del capo

faranno insomma da sfondo, da canovaccio su cui imbastire qualsiasi attività e su cui programmare qualsiasi obiettivo.

I valori condivisi da porre alla base del progetto educativo rimangono quelli del progetto passato:

•  FEDE

•  RISPETTO

•  RESPONSABILITA'

•  ESSENZIALITA'

•  COMPETENZA

 

In sede di verifica i valori del rispetto e della competenza sono stati quelli per i quali l'azione educativo ha raggiunto i migliori risultati, si decide pertanto di dare la priorità, nel programmare le attività di branca, ai valori della fede, dell'essenzialità e della responsabilità.

 

Sul significato e sulla interpretazione dei suddetti valori si è discusso per arrivare ad una effettiva condivisione degli stessi e soprattutto per stabilire pochi obiettivi prioritari e verificabili in relazione alle esigenze delle singole branche:

 

FEDE

•  SCELTA DI VITA

•  Educare a diventare portavoce del messaggio di Cristo.

•  Scegliere Dio come amico a cui dare e chiedere Amore.

•  Scegliere di vivere seguendo la parola del Signore, ovvero cercare di essere umili nell'aiutare le persone in difficoltà senza volere niente in cambio, in modo gratuito, spontaneo e non facendo grandi opere.

•  Educare alla scoperta di Cristo, personale, come relazione, come amicizia, rapporto vivo: "CI CREDO E LO VIVO".

•  Educare al rapporto con Dio da coltivare con l'ascolto (personale) quotidiano della scrittura e la Santa Messa.

•  Educare a non decidere più per conto proprio, ma in relazione a Dio, in tutti gli ambiti della propria vita.

•  Educare a crescere nella scoperta di Cristo vuol dire interiorizzarne la proposta e diventarne autentici testimoni in ogni momento della nostra vita, capire il Vangelo e attuarlo nella vita quotidiana facendo vivere i principi del cristianesimo.

•  Educare alla preghiera e ai Sacramenti

 

RISPETTO

•  Il rispetto è inteso verso le persone e verso le cose.

•  Considerare gli altri, tutti gli altri (compagni, disabili, diversi, extracomunitari, ecc.), come persone da cui poter sempre imparare qualcosa, come tesori unici, degni della nostra massima considerazione. Il rispetto dell'ultimo, il rispetto delle idee degli altri è un modo di farsi rispettare. Tale rispetto però non deve essere passivo (io non faccio male a nessuno) ma deve contribuire al miglioramento della vita delle persone e delle cose.

•  Educare al rispetto per se stessi, vuol dire amare se stessi, accettarsi con i propri limiti, le proprie idee, i propri pregi e difetti, vuol dire prendere coscienza di se.

•  Educare al rispetto nella famiglia, nel lavoro, pur non dimenticando le scale gerarchiche (ruoli sociali e non) e quindi al rispetto reciproco, comunque, della persona.

•  Considerare ogni cosa o luogo, come patrimonio di tutti e non come cosa da consumare per il proprio piacere. Educare al rispetto delle cose comuni, delle cose che ci circondano e che ci vengono affidate, (verde pubblico, panchine, materiale di squadriglia o di reparto, ecc. ). Educare al fatto che tutto ciò ci appartiene e ci riguarda personalmente.

•  Educare al rispetto per la Storia, le Tradizioni e i fattori di unicità locale

•  Educare alle relazioni interpersonali

 

RESPONSABILITA'

•  Educare alla responsabilità creandone le condizioni.

•  Educare all'autostima : (io sono ok/anche tu sei ok), la stima degli altri si raggiunge se io mi sento ascoltato, amato, stimato, se l'altro ha attenzione verso me, se l'altro mi accetta senza riserve.

•  Educare all'autonomia : autonomia psicologica, capacità di saper stare da soli, di essere creativi, di saper fare. Il contrario di passività.

•  Educare a essere capaci di dedicarsi agli altri, di servire, di mettere le proprie capacità al sevizio degli altri (squadriglia, reparto, gruppo, famiglia, comunità, città)

•  Educare a essere capaci di tenere fede agli impegni presi, essere coerenti, riconoscere i propri limiti, prendere coscienza delle proprie forze.

•  Educare ad essere umili e a saper dire: ho bisogno.

•  Educare ad effettuare delle scelte e quindi a portarle avanti.

•  Essere punto di riferimento per gli altri, per aiutarli a superare le difficoltà, per farli crescere.

•  Assumersi le responsabilità dei ruoli e degli impegni presi.

 

ESSENZIALITA'

 

•  L'ESSENZIALITA' rappresenta il tallone d'Achille dell'azione educativa. Bisogna comunque ricordare che giornalmente i ragazzi sono inseriti all'interno di un contesto sociale incentrato sul consumismo eccessivo e sfrenato. E' difficile quindi educare all'essenzialità. Educare all'essenzialità significa quindi “viverla in prima persona” importantissima perciò la “testimonianza del capo” attraverso comportamenti e modi d'essere si all'interno che all'esterno del gruppo.

•  Educare a saper individuare i veri valori della vita, comprendendo la futilità di molte delle cose che ci offre la società attuale (senza per questo rimanere arretrati) e scoprendo la bellezza e l'amore di Cristo nelle cose semplici. E' uno dei valori più importanti da riscoprire e cui bisogna educare i ragazzi.

•  Per gli scout è una provocazione continua, è un'alternativa che viene sempre riproposta per offrire la possibilità ai ragazzi di riscoprire quei valori che la società di oggi non permette più di vivere.

•  Educare a “guadagnarsi” le cose.

 

COMPETENZA

•  Educare ad essere autonomi e a sapersela cavare in ogni circostanza dando il meglio di se stessi.

•  Educare a “saper fare”.

•  Recuperare la “manualità”.

•  Fare acquisire ai ragazzi specifiche competenze attraverso i brevetti e le specialità.

•  Educare a mettere a disposizione del prossimo e della comunità le proprie capacità.

•  Rendere consapevoli i ragazzi che ognuno di noi nel suo piccolo può avere delle precise competenze e rendersi utile agli altri.

Obiettivi

L/C

Scoperta e conoscenza di se stessi e del proprio corpo

Scoperta del dono che Dio ci ha fatto dandoci un cuore capace di amare

Scoperta di Gesù amico

Scoperta della Parola di Dio e dei primi due Sacramenti

Scoperta e conoscenza della legge del branco e della sua identificazione con la legge di Dio

Acquisizione di competenze varie (specialità)

Acquisizione di autonomia (della capacità di badare a se stessi)

Scoperta e conoscenza della comunità-sestiglia, della comunità-branco, della comunità-gruppo)

Acquisizione del senso di responsabilità e di servizio (capi e vice capi sestiglia, consiglio degli anziani)

Acquisizione del valore dell'essenzialità come stile di vita

Capacità di accettare le diversità

Capacità di ascoltare gli altri con umiltà

Capacità di proporsi agli altri come si è senza vergognarsi

Prima conoscenza del territorio e della bellezza della vita semplice all'aria aperta

Scoperta e conoscenza delle altre realtà scout (attività di gruppo e di zona)

E/G

Presenza nel territorio

Vita all'aperto

Missione

Sviluppo e incoraggiamento delle COMPETENZE (del “saper fare”)

Acquisizione della capacità di Autonomia

Acquisizione del senso di responsabilità

Sviluppo della creatività

Conoscenza e valorizzazione della comunità-squadriglia, della comunità-reparto della comunità-gruppo, della comunità-città

R/S

Scoperta, conoscenza e approfondimento del rapporto con Dio

Scoperta e valorizzazione della persona nella sua complessità: rapporto uomo-donna, adulto-adolescente, scout-non scout

Scoperta, acquisizione e utilizzo di tecniche scout

Acquisizione e utilizzo di tecniche di animazione ed espressione

Presenza attiva nel territorio a servizio degli ultimi

Scoprire e vivere ogni esperienza in un clima di comunità


3. PROGRAMMI DI BRANCA


Sono stati stilati gli allegati programmi di branca L/C, E/G ed R/S, i quali si rifanno ai suddetti valori condivisi e obiettivi e ai quali si rimanda per le scelte degli obiettivi educativi più specifici, degli strumenti del metodo, per le attività e la loro scansione temporale.

4. COMUNITA' CAPI


4.a LA CO.CA. E LA POLITICA

  CAPI E COMUN1TA' CAPI SONO INTERLOCUTORI ATTIVI NEI CONFRONTI DEGLI ATTORI SOCIALI, soprattutto come portatori di una ricerca che dia vita a politiche che armonizzino e connettano il bene dell'individuo con il bene della collettività,

E' da giudicarsi positivamente l'impegno a titolo individuale dei singoli capi, a tutti i livelli, all'interno di formazione partitiche, purchè in sintonia con i valori espressi dal Patto Associativo, In questo modo essi potranno dare testimonianza di un impegno politico vissuto in un'ottica di servizio; tale testimonianza aiuterà anche gli stessi ragazzi a cogliere le diverse dimensioni dell'essere “buoni cittadini”.

Scelte concrete della Comunità Capi

•  E' incompatibile il servizio in AGESCI con cariche politiche istituzionali (Sindaco, Assessore, Consigliere Comunale, etc....)

•  E' compatibile il servizio in associazione con la partecipazione attiva in un partito purché non ci siano cariche istituzionali e a condizione di evitare qualunque influenza sui ragazzi dentro e fuori l'associazione.

•  Impegno da parte della Co.Ca. e nelle branche all'informazione e alla formazione dell'impegno partitico nella società.

•  E' vietato l'uso strumentale della propria appartenenza all'AGESCI ai fini di garantire la propria credibilità.

Siamo consapevoli che questa scelta è la più difficile, richiede la massima maturità e responsabilità di ogni singolo capo, pertanto invitiamo ogni capo a confrontarsi con i Capi gruppo e l'Assistente Ecclesiastico qualora ci fossero dubbi.

Si ritiene indispensabile che la sosta di un capo in Co.Ca. senza aver iniziato l'Iter di formazione non superi i due anni.

Per quanto riguarda le scelte politiche in relazione alle varie tematiche della società attuale la Co.Ca. decide di fare proprio in toto il documento del Consiglio Nazionale dell'AGESCI dal titolo “I care ancora”, del dicembre 2005, che si allega e fa parte integrante del presente progetto educativo.

La Co.Ca. inoltre decide di impegnarsi affinchè sia maggiore la presenza del gruppo nel territorio, in particolare negli eventi istituzionali locali (consigli comunali, assemblee ecc.), sia da parte dei capi che dei ragazzi, anche esprimendo ufficialmente le proprie posizioni, purchè in linea con i valori del presente progetto educativo.

Nelle varie manifestazioni la partecipazione del gruppo deve essere decisa e condivisa da tutti sulla base della coerenza con i principi ed i valori suddetti, indipendentemente dalla presenza di “bandiere di partito”, ma evitando qualsiasi strumentalizzazione da parte dei partiti politici.

4.b LINEE PROGRAMMATICHE E OBIETTIVI PER LA COMUNITA' CAPI

  •  Dare grande importanza alla Co.Ca. sia come luogo di studio, approfondimento e crescita dei Capi, sia come luogo di incontro umano e di dialogo tra persone, affinché possano effettuare una azione educativa attenta ai ragazzi e metodologicamente valida, farsi portatori dei valori condivisi dello Scoutismo e della Fede e soprattutto realizzare quel clima di AMICIZIA, UNIONE, STIMA RECIPROCA, FRATELLANZA, RISPETTO E GIOIA DI VIVERE E DI SERVIRE, tipiche di una vera COMUNITA'.

•  Completare al più presto l'iter di formazione dei nuovi capi;

•  Prestare grande attenzione alla formazione dei nuovi capi attraverso il tirocinio;

•  Migliorare e curare particolarmente la sede scout: punto di riferimento e di incontro e “luogo fisico” dove si materializza il nostro essere COMUNITA' di vita;

•  Privilegiare i momenti di gruppo per la formazione permanente, anche con la collaborazione dei capi della Zona Netina, per una conoscenza reciproca, condivisa e approfondita dei metodi L/C, E/G, R/S e in generale del metodo scout;

•  Partecipare compatti (come una famiglia) agli eventi di zona;

•  Cercare il più possibile di organizzare attività di GRUPPO sia interne che esterne (nel territorio) ed in collaborazione con altri enti e associazioni;

•  Formazione spirituale e approfondimento comunitario della conoscenza delle Sacre Scritture per prendere coscienza della funzione di capo-catechista e per rafforzare la scelta di fede che sta alla base dei valori prefissati; come metodo di lavoro si è scelto di trattare un libro della Bibbia per ogni anno scout.

•  Ricercare contatti più frequenti e attività in comune con altri gruppi di volontariato, con le istituzioni, con i genitori, con la scuola per conseguire una maggiore presenza nel territorio ed una azione educativa più profonda;

•  Favorire l'ingresso in Co.Ca. di extra-associativi e partenti, stilando un programma specifico di tirocinio e formazione, evitando di affidare loro responsabilità precoci in branca, ma al tempo stesso rendendoli partecipi delle attività con i ragazzi, per far sì che la scelta di diventare capo scout sia veramente meditata senza per questo obbligarli ad un lungo periodo di “posteggio” fatto solo di riunioni di Co.Ca. e di “parole”;

•  Organizzare attività formative a livello regionale e/o nazionale ripetendo le esperienze della Bottega della Fantasia “Grande Fratello” e del gemellaggio con il Clan/Fuoco del gruppo del Padova 8.

Oltre ai suddetti obiettivi, per facilitare il superamento dell'attuale momento di stasi della Co.Ca. (vedi analisi interna al gruppo), si individuano i seguenti strumenti:

  • aumentare i momenti di convivialità
  • Aumentare i momenti di confronto (correzione fraterna)
  • Razionalizzare e istituzionalizzare la comunicazione tra le branche
  • Aumentare le occasioni di ascolto di Dio
  • Maggiore impegno nella formazione personale permanente, sia spirituale che metodologica
  • Maggiore propensione all'ascolto, alla tolleranza e all'umiltà


5. GENITORI


Nel corso degli ultimi due anni la Co.Ca. ha affrontato il tema del coinvolgimento attivo delle famiglie nell'azione educativa scout. L'azione educativa dello scoutismo infatti non può ottenere risultati apprezzabili se non ha riscontro presso le altre Agenzie Educative che agiscono sui ragazzi per un tempo molto più esteso.

Si è pertanto deciso di intraprendere una azione di coinvolgimento sempre più incisiva. Sono stati predisposti dei documenti da sottoporre ai genitori durante apposite uscite:

  • il Patto Associativo
  • un'estratto del Metodo Scout
  • una copia del Progetto Educativo
  • Il Progetto dei Genitori (un documento che i genitori devono redigere sulla falsariga del “Progetto del Capo”)
  • Il Patto tra i Capi ed i Genitori (un documento che capi e genitori devono redigere insieme fissando gli obiettivi comuni, gli impegni reciproci e lo stile di vita da osservare in ogni luogo, scuola, famiglia, parrocchia, sede scout, territorio)



6. VERIFICA


La verifica del progetto educativo verrà fatta in maniera continuativa, nell'arco di ogni anno ed in occasione degli incontri per la stesura del Progetto del Capo, per porre le basi a quella finale che verrà fatta a conclusione del triennio.

La verifica annuale del progetto educativo servira' alla Co.Ca. per fare il punto sull'andamento generale della situazione (programmi di unita', metodologia, progressi della Co.Ca. e delle branche, ecc.) e per apportare eventuali aggiustamenti e modifiche.



Pachino, 25 Aprile 2006


LA COMUNITA' CAPI
del Gruppo Scout Pachino 2°


La vita non e' avventura, ma un impegno
a realizzare il progetto che Dio ha su di noi:
un progetto d'Amore
che trasforma la nostra esistenza.