I nostri monumenti : La Balata di Marzamemi
di Rosario Ardilio

Secondo appuntamento. Questa volta parliamo della “Balata” di Marzamemi.

Balata: dall'arabo balad , il nome si riferisce alle lastre di pietra che costituiscono la vecchia pavimentazione del primo porto di Marzamemi.
Partiamo dal presente. Oggi la Balata rappresenta ciò che per i nostri genitori era la Piazza di Pachino. Un luogo di incontro, di scambio, un mercato, un luogo ove divertirsi, dove incontrare gli amici, dove passeggiare con la fidanzata, dove gustare un gelato…….

Come la piazza, la Balata ha due facce: quella mattutina e quella notturna. Orientata verso il lavoro e gli affari la prima, votata al divertimento la seconda. Cambia solo qualche particolare: per esempio, il lavoro e gli affari per la piazza erano rappresentati dall'agricoltura, dalla vendemmia, dall'edilizia, per la Balata invece soprattutto dalla pesca, dal commercio e dal turismo.
E a proposito del divertimento, provate ad andare alla Balata dopo le 22: giovani, adulti, bambini, famiglie intere a parlottare, passeggiare, acquistare oggetti dalle bancarelle,

degustare gelati e granite al bar cialoma o al bar la Balata, intenti ad ammirare le foto degli antichi tonnaroti al lavoro…… Provate ad andarci una sera di fine Luglio: vi capiterà di assistere a quella stupenda manifestazione che va sotto il nome di “Festival del Cinema di Frontiera”, magari potrete ascoltare la musica della banda “Vincenzo Rizza”, diretta da Salvo Mallia o ancora potreste incontrare Luca Zingaretti intento a cenare all'aperto al “Cialoma”, il caratteristico ristorante ricavato dalle “casuzze” dei primi pescatori della tonnara.

Già, perché la storia della Balata ha inizio proprio con la costruzione di quella che fu la più importante tonnara della Sicilia orientale, da parte dei nobili Nicolaci di Villadorata, intorno alla metà del ‘700. A dire il vero gli storici locali (come Corrado Arangio nel suo “Marzamemi”, ed. Teleras, Pachino 2001) sostengono che la prima tonnara fosse stata costruita dagli Arabi, intorno all'anno 1000. Si racconta poi che un ammiraglio russo, Nicolaiev (divenuto poi Nicolaci), naufragato in questa zona, se ne innamorò scegliendola come sua residenza definitiva.

Con lo sviluppo della produzione agricola, fu proprio la Balata, prima del più comodo Porto Fossa, a costituire il principale “Caricatore”, il porto cioè dove venivano imbarcate le merci da esportare (il tonno, il cotone, poi mosto e vino).

Tutto il borgo di Marzamemi (dall'arabo Marsà al hamam , baia delle tortore), deve le sue origini alla tonnara, così come tutta la sua vita ruotava, fino a qualche decennio fà, intorno all'attività della tonnara e del caricatore.
Il grosso complesso architettonico ( palazzo del principe, camperia , marfaraggio cioè il ricovero degli scieri , i grossi barconi dipinti di nero, le casette dei pescatori, la chiesetta di San Francesco, la casa del razionale , l'amministratore della tonnara) con i suoi grandi spazi aperti (la balata da una parte, verso il porto, la attuale piazza Regina Margherita , dall'altro, il vicolo Villadorata che con il suo caratteristico arco in pietra mette in comunicazione i due spazi suddetti, i cortili interni di rappresentanza e per la lavorazione del pescato) costituisce un vero e proprio gioiello della nostra cultura. Un “unicum” architettonico e spaziale veramente eccezionale, e miracolosamente rimasto integro e ancora carico di valori e significati (unico neo: l'edificio postale, in perfetto stile anni settanta, cemento armato e alluminio anodizzato……. se solo si potesse demolire!).

E' forse questo il motivo per cui Klaus Maria Brandauer, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvadores, i fratelli Taviani, Nello Correale e tanti altri registi hanno eletto la Balata e Marzamemi a “location” privilegiata per i loro films.

Fin qui tutto ok. Ma ora viene il punto dolente. Siete mai riusciti a visitare l'interno del complesso della tonnara?
Solo sporadicamente, grazie a manifestazioni come il Festival del Cinema di frontiera , Cunta lu nannu (una mostra di oggetti antichi), il Cappotto (un concorso di pittura)

e il Remo d'argento (una regata),e a qualche altra sporadica manifestazione culturale, è stato possibile accedere ad alcuni locali. E comunque, locali in pessimo stato di conservazione, pericolosi anche per l'incolumità dei visitatori.
Da decenni si parla di acquisizione della tonnara da parte dell'Amministrazione Comunale e conseguente restauro e rifunzionalizzazione…… si parla …..solamente. Cosa aspettiamo che anche quest'ultimo gioiello sprofondi nel mare dei ricordi? Come il vecchio municipio di Pachino? Come il palazzo del fondatore Gaetano Starrabba? Alla prossima.

Volete saperne di più sulla vita dei nostri giovani
a Marzamemi e alla Balata?...
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